Stavi tanto bene al naturale, non capisco perché rifarsi così il seno.
“Perché per quanto mi riguarda le bocce grosse sono belle. De gustibus, non vedo l’ora di rifarle nuovamente”.
E’ pomeriggio, faccio zapping tra Sassuolo-Milan, Liverpool-Crystal Palace e Tsitsipas-Ruud – quelle tipiche situazioni in cui poi a un certo punto a) ti vergogni b) non capisci un cazzo di nessuno dei tre eventi – e intanto guardo il sito della Gazza (quindi, riassumendo, sto facendo quattro cose) (per noi maschi è un vanto). E’ qui che mi imbatto in un’interessante intervista di ben due domande a Chiara Nasti, moglie di Zaccagni. Anzi no, non è un’intervista: è una selezione. Cioè, vengono riportate due domande fatte dai follower alla loro influencer preferita (l’altra domanda era: avete scelto il nome della piccolina?).
Cioè, riassumendo: il più importante e storico giornale sportivo italiano, nella sua sezione Golssip (voglio morire), copia due botta e risposta su Instagram e ne fa un articoletto dal titolo “Chiara Nasti: “Seno rifatto? Per me grosse sono belle. E mia figlia si chiamerà…”. La Gazza. Le bocce grosse sono belle. La Gazza.
Ma perchè dico questo?
Perchè stiamo tutti cazzeggiando. Noi e la Gazza. La Gazza, non so perché. Noi, perchè è umano. L’ho già detto e lo ripeto: assegnateci lo scudetto, è solo un pro forma. Noi ci impegniamo a mandare in campo la migliore squadra da qui alla fine. Ma voi dateci lo scudo. Perché stiamo perdendo tempo? E’ tutto così deciso che un calo di testa – che poi si ripercuote anche sulle gambe – è il minimo che possa accadere. Cioè, oggi abbiamo influito nella lotta per la salvezza. Fossi nel Frosinone, farei ricorso: “Assegnate lo scudetto all’Inter per una maggiore regolarità del campionato”. Magari ci pensa il Codacons.
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Oggi ho visto due partite molto umane. Molto scoccianti e molto umane. Il Liverpool, dopo averne superate di ogni in Premier da inizio campionato – vittorie impossibili, gol al 99′, partite portate a casa nonostante dieci infortunati, un allenatore che ha già detto che se ne va perché non ce la fa più – adesso si sta incartando su se stesso a pochi passi dalla meta. Noi possiamo permettercelo, loro no. Ma l’origine dell’incartamento è la stessa, è la testa che a un certo punto recalcitra. La loro, per troppa pressione. La nostra, per troppo poca. Quando le vinci quasi tutte, è normale. E’ umano.
Avevo titolato il pezzo di Udinese-Inter “Belli, sporchi e cattivi” perché così eravano stati fino all’ultimo istante della scorsa partita. Oggi, col Cagliari, siamo stati belli a piccoli tratti, sporchi quasi mai, cattivi ancora meno. L’indugiare sulla nostra bellezza, l’iniziare intimamente a festeggiare in anticipo, diventare troppo puliti e troppo buoni, sono cose che non puoi permetterti quando dall’altra parte hai una squadra che gioca con una certa urgenza di punti.
L’urgenza di punti l’avremmo anche noi – quelli per vincere lo scudetto -, però tutta ‘sta mosceria di questo mega vantaggio e della diretta avversaria che ne prende tre a Sassuolo, ecco, alla lunga ci ammorba.
E comunque – giusto per essere un po’ cattivo, almeno io – il gol del 2-2 non era da annullare? Il fallo di mano sarà anche stato involontario, però ha influito sull’azione, porca puttana se ha influito. Forza Inter. Voglio andare al mare.
(per l’angolo Podcast, giunto all’episodio #59, vi ricordo che io e il mio socio aspirante pensionato, il mitico Max, attendiamo sempre i vostri vocali al numero dedicato Whatsapp 351 351 2355. Cosa dovete dire? Quello che vi pare. Cioè, tifate Inter, state per vincere il vostro ventesimo scudetto: avete un sacco di argomenti)
(il podcast, oltre che su Spreaker – il cui player trovate qui sul blog – lo potete ascoltare anche su Spotify, Audible, Apple Podcast, Google Podcast e tutte le principali piattaforme. Non lo trovate? Prendete appunti – non è difficile – : scrivete “Settore” o “interismo moderno” nell’apposito campo e per incanto vi apparirà. Oppure, certo, potete non ascoltarlo. Siete cripto-milanisti? No, chiedo)