
Peccato, certo, peccato. Tocca aspettare fino a lunedì per sapere l’entità dell’eventuale danno prodotto e tirare le somme dopo Bologna-Napoli (ultima partita veramente difficile del Napoli da qui alla fine) e decidere l’adeguata penitenza. Ma cambia poco o nulla in questa stagione che sta a metà tra la gara di sopravvivenza e la corrida. Ogni turno si fanno i conti e si resetta. Finchè la matematica non emetterà verdetti irreversibili, si gioca.
E quindi, intanto, prendiamo atto che siamo ancora qua in corsa per tutto, primi in campionato con 4 punti di vantaggio (lunedì aggiorneremo il pallottoliere), alla decima partita utile consecutiva, alla vigilia di un quarto di finale di Champions dalle suggestioni extralusso. Abbiamo pareggiato a Parma dilapidando due gol di vantaggio. Ok, moriremo tutti? Sì, ma a tempo debito: adesso abbiamo un sacco di impegni.
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Abbiamo pareggiato a Parma dilapidando due gol di vantaggio. Ok, vaffanculo, si poteva fare di meglio, tipo vincere. Ma che novità è? Questa Inter non è quella in odore di santità dello scorso anno. Questa Inter è una squadra di peccatori: uomini di specchiata virtù ma anche, appunto, peccatori. E’ tutta la stagione che questa squadra pecca. Breve recap:
Genoa-Inter 2-2, ripresi al 95′; Inter-Milan 1-2, gol di Gabbia all’89’; Inter-Juve 4-4, fino al 70′ stavamo 4-2; Bayer Leverkusen-Inter 1-0, gol preso al 90′; Inter-Milan 2-3, fino al 51′ stavamo 2-0; Inter-Bologna 2-2, ripresi al 64′; Fiorentina-Inter 3-0; Juve-Inter 1-0; Napoli-Inter 1-1, ripresi all’87’; e ora Parma-Inter 2-2, fino al 59′ stavamo 0-2.
Peccato, sì. Ma del tutto coerente con i peccati che commettiamo da inizio stagione (sopra ne ho elencati dieci, tutti gravi, un paio mortali) e che non hanno impedito all’Inter di essere – aggiornamento al 5 aprile – primi in campionato, ai quarti di Champions e in semifinale di Coppa Italia. Ancora in corsa per tutto, il 5 aprile, nonostante si sia peccato parecchio.
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A Parma abbiamo giocato un gran primo tempo (concedendo peraltro due occasioni colossali al Parma) e una pessima ripresa, in cui testa e gambe hanno a un certo punto detto stop. La stanchezza e l’ansia (quella cosa che stai giocando con il Parma ma hai la mente in Baviera) sono la combo che ha prodotto il peccato di Parma e altri ne produrrà, perchè il livello delle difficoltà è ormai è questo, che tu le veda oppure no, che tu ti attrezzi oppure no. Il meccanismo dell’asticella da alzare si è incastrato, la rotellina non scorre più all’indietro.
Si allarga oggettivamente la forbice rispetto al Napoli: giocano la metà delle nostre partite, dal punto di vista delle energie da amministrare hanno un vantaggio enorme. Noi abbiamo davanti un mese e mezzo atroce, senza alternative. Siamo umili peccatori, però con un grande cuore. Qualche cazzata la faremo sempre: l’importante è trovare il modo di farsi perdonare.