Alzi la mano chi nel corso del weekend è rimasto totalmente impermeabile alla tempesta scaramantico-moriremotuttistica che si stava addensando sulle nostre teste: la sensazione cioè che, dopo le vittorie tutte per 1-0 (e tutte risicate, sofferte, fortunate, rubacchiate) delle nostre rivali toccasse a noi, la domenica sera, ricevere la più classica delle enculadas. E invece no: vinciamo 1-0 anche noi (godiamoci anche il clean sheet), vinciamo a Roma (mica pizza e fichi), vinciamo la quarta di fila (un ritorno anche numerico a una certa qual dimensione), vinciamo con un gol di Lautaro (con un po’ di ritardo, peraltro ampiamente preventivabile, è tornato).
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In altri tempi e altre situazioni ci sarebbe da stappare, se non proprio uno champagnino, almeno un barolo chinato da sorseggiare in maniera contemplativa. Invece siamo qui a calcolare il tasso di affollamento dell’infermeria, che non è una bella cosa. Abbiamo quattro infortunati di cui tre a centrocampo, dove già Barella non è che sprizzi salute da tutti i pori. A una settimana dalla Juve, e con la Champions di mezzo, è un discreto casino. E’ un fake turn over: non un balletto tra gente che a turno rifiata, ma una divisione netta tra stakanovisti e malaticci. E questo, a priori, inceppa il meccanismo della rosa intercambiabile e coinvolta: ci sarà gente che si stancherà parecchio, lì nel mezzo.
Mi sforzo di leggere in positivo anche questo elemento: non brillantissimi, con due infortunati nella prima mezz’ora, su un campo ostico, torniamo comunque a casa con tre punti. In attesa di arrivare al teorico livello di quello che potremmo essere, fare bottino pieno in partite come questa è una gran cosa. Se solo avessivo pareggiato (poteva accadere) avremmo perso due punti da tutte le rivali, premiate da vittorie immeritate. Un disastro, anche per il morale. Invece il nostro 1-0 risponde con le rime ai loro 1-0: abbiamo vinto a Roma, avete visto?
La grande bellezza della scorsa stagione si vede solo a tratti, giochiamo un po’ con il limitatore in attesa di qualche fiammata, c’è una macchinosità latente di cui andrebbe valutata la percentuale: dipende più dalle gambe o dal cervello? Se però il migliore in campo dei tuoi avversari è stato il portiere, qualcosa vorrà pur dire. Napoli, Juve e Milan hanno giocato partite mediocri, potevano solo avere più culo di noi ma per fortuna non è stato così. Se il mood del campionato è una gara a chi fa meno cagare, noi stiamo facendo il nostro dovere.
(nell’angolo Podcast, giunto nel frattempo all’episodio #80, con il mio socio ex aspirante pensionato (ora pensionato ebbasta), il mitico Max, attendiamo sempre i vostri vocali al numero dedicato Whatsapp 351 351 2355. Cosa ci dovete dire? Quello che volete. Se riuscite a stare nel tema – l’Inter, il calcio, la vita – va bene. Se non ci riuscite, va bene lo stesso.
(il podcast, oltre che su Spreaker – il cui player trovate qui sul blog – lo potete ascoltare anche su Spotify, Audible, Apple Podcast, Google Podcast e tutte le principali piattaforme. Non lo trovate? Prendete appunti – non è difficile – : scrivete “Settore” o “interismo moderno” nell’apposito campo e per incanto vi apparirà. E’ la tecnologia, bellezza, e non possiamo farci niente)