Grazie Inter per questo suggestivo omaggio a Settore: siccome compio gli anni il 15/12, non posso fare a meno di notare che la vittoria n. 12 (su 12 partite, ovvio) del 2024 porta a 15 i punti di vantaggio sulla Juve. E nel notare questa coincidenza numerica già mi intristisco: cioè, quando mai mi ricapiterà? Ve lo spoilero: mai.
Per superare la malinconia, penso con divertimento che nelle ultime 24 ore Inter e Juve hanno provato a cambiare l’andazzo del loro campionato. Questa sera l’Inter giocando un po’ meno bene del solito, ieri sera la Juve giocando un po’ meglio del solito.
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In ordine di tempo, parliamo della Juve. Che tenerezza. I giornali questa mattina celebravano il fatto ce la Juve avesse creato nel corso della partita tipo tre-quattro palle gol (wow!) e che nonostante tutto avesse perso, come sa essere ingiusto il calcio. Nessuno ha fatto notare come la Juve avesse in precedenza vinto una decina di partite facendo letteralmente cagare e che resti comunque ampiamente in debito nel rapporto buon calcio prodotto/punti conquistati (sono secondi in classifica, praticamente dei miracolati). Se poi ripensiamo che il 21 gennaio…
Dunque, il 21 gennaio si disputava la 21esima giornata. L’Inter era in Arabia mentre la Juve vinceva a Lecce. Classifica: Juve 52, Inter 51 (-1). A detta di tutti sembrava fatta. Per loro, dico.
Il 4 marzo (43 giorni dopo) si completava la 27esima giornata. Classifica: Inter 72, Juve 57. In 6 giornate loro hanno fatto 5 punti, noi in 6+1 giornate ne abbiamo fatti 21. Cioè 21 a 5. Sembra il risultato di una di quelle partite a ping pong in spiaggia in cui ti si presenta uno che dice
“Ehi bello, da ragazzo ero campione provinciale”
e poi perde 21 a 5 facendo tipo 20 unforced errors e dice
“Ehm, erano tipo 27 anni che non giocavo”
ecco, ‘ste robe qui. E la sera in cui cominci a sentirti un po’ stanchino e la deconcentrazione avanza tra le tue sinapsi (cioè, noi facciamo futbol bailado e i nostri avversari più forti fanno 5 punti in 6 partite: c’è sproporzione), ecco, in una sera del genere in cui sensazioni umane – la stanchezza che avanza, la fame che diminuisce – prendono possesso di te, sensazioni che minano la tua brillantezza e la tua feroce determinazione a vincere,
eppure vinci lo stesso,
capisci che è proprio l’anno buono. Qualche lampo di grande calcio così, a memoria, in automatico, di default, incastonato qua e là in una serata dolcemente imperfetta (10 tiri, 63% di possesso: queste sono le nostre serate imperfette, per dire): un segno di forza anche questo. Ma con più fatica. Abbiamo forse toccato l’acme con l’Atalanta, stasera è iniziata la discesa e se fossi uno che scommette, ecco, andrei alla Snai a scommettere contro l’Inter per il match di Bologna. La nostra serie forse si è già conclusa, la partita più importante della stagione (non essendoci più avversari in Italia) diventa Atletico-Inter e sabato sera a Bologna ci sarà un’Inter che con 15 punti di vantaggio sulla seconda si toglierà il lusso di pensare ad altro, perché è in Europa adesso che dobbiamo mettere a frutto tutto ‘sto meraviglioso bendiddio.
(per l’angolo Podcast, giunto all’episodio #49 e ormai avviato all’uovo di Pasqua (ricordo con orgoglio che potevamo non arrivare nemmeno al panettone), vi ricordo che io e il mio socio aspirante pensionato, il mitico Max, attendiamo sempre i vostri vocali al numero dedicato Whatsapp 351 351 2355. Cosa dovete dire? Quello che vi pare. Siete tifosi della squadra migliore dell’universo: cosa volete di più?
(il podcast , oltre che su Spreaker – il cui player trovate qui sul blog – lo potete ascoltare anche su Spotify, Audible, Apple Podcast, Google Podcast e tutte le principali piattaforme. Non lo trovate? Prendete appunti – non è difficile – : scrivete “Settore” o “interismo moderno” nell’apposito campo e per incanto vi apparirà. Oppure, certo, potete non ascoltarlo. Cosa avrete mai da fare? Non mi dite che guardate la Juve: non la guardano più nemmeno gli juventini)