
Storditi dalla sua bruttezza (nemmeno tra gli juventini, quelli con un minimo di senso critico diciamo, la Juve va per la maggiore in quanto a estetica), ci siamo davvero accorti di avere la Juve attaccata ai coglioni soltanto prima di Juve-Inter, dopo 12 giornate di campionato in cui il nostro primo pensiero è stato quasi sempre rivolto al Milan prima che, con due punti nelle ultime quattro partite, scomparisse dai radar.
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La Juve, invece, ha vinto 6 delle ultime sette partite, subendo un solo gol, a risultato acquisito, dal Cagliari. Dei sette gol subiti in tutto il campionato, la Juve ne ha presi 4 nella stessa partita dal Sassuolo (che è anche l’unica volta in cui hanno subito gol in trasferta) e, quindi, solo 3 nelle restanti 11. Ci vantiamo giustamente della nostra difesa e dei clean sheet di Sommer, ma la Juve è uguale uguale: otto volte imbattuti – loro come noi – in 12 match. E’ quasi uguale anche il cammino in campionato: anche loro hanno pareggiato con il Bologna in casa e perso con il Sassuolo (però fuori) e l’unica differenza è nella partita di Bergamo: noi l’abbiamo vinta, loro hanno fatto 0-0 e sono questi i due punticini che ci dividono.
Cioè: escludendo Sassuolo, entrambe rasentano la perfezione. Due perfezioni molto diverse, però.
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Perché la casella dei gol fatti dice il resto: noi 29 e loro 19, praticamente segniamo un gol a partita in più. Noi divertiamo e ci divertiamo molto più di loro, delle nostre dieci vittorie solo tre sono state con un solo gol di scarto, la loro specialità, il loro corto muso: a loro è successo cinque volte su nove, quattro volte nelle ultime quattro. E non a caso con queste ultime hanno iniziato a costruire le loro certezze (bene o male – spesso male – le vincono tutte) e le nostre (non ce ne libereremo mai, porca miseriaccia schifosa). Noi andiamo a Torino avendo vinto 5 trasferte su 5, loro ci aspettano all’Alluminium Cessum dove hanno vinto le ultime 5. Molto bene.
Che poi, a pensarci bene, che razza di novità è? Quante centinaia di volte le sorti del campionato sono passate dalle paturnie di queste due squadre? Quante centinaia di volte ci siamo trovati a giocarsi un qualcosa (anche solo un momento particolare, uno snodo di stagione, una leadership morale) (o anche solo la reputazione) con la Juve?
Quella di domenica è l’ennesima sfida tra due società – tra due mondi, ecco – che si stanno potentemente sul cazzo. Se c’è una distanza, oggi, non è nei punti, nelle difese, negli attacchi, nella forza, nelle ambizioni. E’ nella bellezza. Purtroppo non conta nulla, a livello pratico. A livello morale invece sì, un casino. E sarebbe bello imporre la bellezza a casa loro, andare a Torino a giocare e non a parcheggiare pullman in area. E’ uno schema spaventosamente pericoloso, a livello pratico (la Bellezza non parte mai favorita). Rasenta quasi l’autolesionismo, nella tana dei cortomusisti. Ma sai che soddisfazione.