
In serie A, dopo 7 giornate, c’è una sola squadra che non ha mai vinto, il Monza; una sola squadra che non ha mai pareggiato, Verona; una sola squadra che non ha mai perso, la Juve. La Juve, in più, è la squadra che ha subito meno gol: uno, su rigore. Quindi, in 7 giornate non ha mai perso nè preso gol su azione. Eppure è un punto dietro di noi, dietro la sgarrupata Inter che ha segnato sei gol in più ma ne ha anche presi otto in più, cioè nove. La preoccupante Inter che ha 4 punti in meno rispetto alla stessa giornata dello scorso campionato (4-2-1 rispetto a 6-0-1) e 9 gol in meno di differenza reti (16-9 contro 19-3).
Ora, sempre tenendo conto che siamo alla settima di 38 giornate (sospiro) e che i paragoni con la nostra scorsa stagione vanno presi con le pinze (fare meglio sarà impossibile, quindi saranno quasi sempre paragoni in negativo, quindi perchè continuare a farli?), la questione dei gol è curiosa in generale e per noi interessante (meglio, inquietante). La Juve champagne di Motta non prende gol – oh, non ne prende proprio – però ne segna pochi e vince poco (3 vittorie in 7 partite, una sola in casa su 4 partite). Se noi siamo un po’ phsyco, loro sono quasi da Tso, perchè fanno 0-0 oppure vincono 3-0, non hanno mezze misure (a parte Juve-Cagliari 1-1-).
Ma chi se ne frega della Juve, parliamo di noi. Parliamo dei gol fatti, 16: 7 di Thuram (tre di testa, quattro di destro), 2 di Lautaro, 1 ciascuno di Darmian, Barella, Calhanoglu, Dimarco, Dumfries e Frattesi, più un autogol. Ma chi se ne frega dei gol fatti – quelli non sono un grosso problema -, parliamo dei gol subiti.
I gol subiti sono 9, che in sette partite non sono pochi. Ma la cosa peggiore è che per 4 volte su 7 ne abbiamo subiti due, di cui tre volte nelle ultime tre. La scorsa stagione (ok, va bene, ma qualche paragone bisogna pur farlo) abbiamo subito due gol in una partita per quattro volte IN TUTTO IL CAMPIONATO, non nelle prime sette giornate. La quarta volta che abbiamo subito due gol nella stessa partita era il 14 aprile (Inter-Cagliari 2-2). Quest’anno è successo il 5 ottobre.
L’altro fatto terribilmente inquietante è la ripetitività dei gol subiti. Quattro sono praticamente identici: cross da destra (zona tre quarti), colpo di testa, difesa ferma, gol: Genoa (quello dell’1-1. Variazione: colpo di testa, tutti fermi, traversa, ancora tutti fermi, arriva uno, gol), Monza, Milan (Gabbia) e Udinese (quello dell’1-1). Altri due molto simili: Pulisic e Zapata (palla persa, percussione centrale, maglie larghe – le nostre -, gol). Poi due rigori (Genoa e Torino) concettualmente e temporalmente simili: finale di partita (a Genova al 97′), movimenti goffi da pura deconcentrazione. Resta il secondo gol dell’Udinese, realizzato grazie a una prodezza (Lucca si è fatto 40 metri in contropiede resistendo al difensore e tirando in precario equilibrio) ma comunque originato da una palla persa male a centrocampo.
E infine il tempo: cinque gol su nove presi dall’80esimo in poi (quattro tra l’80’ e l’88’, uno al 97′), uno spicchio di partita in cui l’anno scorso eravamo praticamente invulnerabili. Gli altri: 10′, 20′, 34′, 35′. Quindi: nei 45 minuti tra il 35′ e l’80’ (praticamente un tempo) restiamo vergini (e abbiamo invece segnato sette volte. A proposito, dei 16 gol: 9 nel primo tempo e 7 nel secondo). Due soli clean sheet (l’anno scorso cinque) (ah già, i paragoni. Basta paragoni).
Quindi, al netto che mancano 31 partite (più altre circa duecento nelle restanti competizioni), la difesa è un problema che bisogna serenamente affrontare. Nelle 4 partite in cui abbiamo subito 2 gol abbiamo fatto 7 punti, che non è un disastro ma nemmeno una media scudetto. In proiezioni ti garantisce 65-66 punti: l’anno scorso con 65-66 punti arrivavi sesto dietro il Bologna e davanti alla Roma. E noi non siamo da sesto posto, e neanche da quinto, e neanche da quarto, e neanche da terzo.
Cioè, siamo da primo posto, ma con chi ce la giochiamo? A parte Juve e Milan, quest’anno c’è il Napoli. Ora, va detto che il Napoli ha avuto un calendario abbordabile (unica partita difficile la Juve fuori casa, 0-0), in casa è l’unica ad averle vinte tutte e avrà ora altre tre partite facili che potrebbero spingerla anche più in su (Como, Empoli, Lecce). Scusa, ma quando avrà quelle toste? Praticamente tutte in una volta: dall’11esima alla 17esima giornata affronterà Milan, Atalanta, Inter, Roma, Torino, Lazio e Udinese, un discreto ciclo che bisognerà vedere come supererà: se le vince tutte, chapeau. Sennò vediamo.
Noi abbiamo anche le coppe e il peso lo sentiremo tutto, anche se Inzaghi sta usando il bilancino come mai aveva fatto nelle precedenti stagioni. La nostra prova della verità sta tutta nei 21 giorni tra il 20 ottobre e il 10 novembre, sette partite tutte d’un fiato (Roma fuori, Young Boys fuori, Juve casa, Empoli fuori, Venezia casa, Arsenal casa, Napoli casa) prima i fermarsi ancora per le nazionali. La notte tra il 10 e l’11 novembre, al termine di Inter-Napoli, sarà il momento giusto per fare il primo vero bilancio della stagione 2024-25. Forse il momento in cui l’aggettivo prematuro lascerà il posto a realistico.