
Il calcio non è una scienza esatta, sennò una partita tra i campioni d’Italia in formazione (quasi) tipo e una squadra che aveva venduto le due punte titolari tipo il giorno prima di iniziare il campionato, beh, secondo il più scrauso degli algoritmi sarebbe finita 4-0 con possesso palla 68-32. Nella realtà, il dato del possesso è l’unico confermato. Il resto parla di un pareggio giusto, in cui la squadra che non avrebbe MAI potuto segnare un gol ci ha fatto 12 tiri (dodici!) e due sono finiti dentro a una porta che le abbiamo spalancato noi.
L’infinita stagione 2024/25 (che potrebbe durare 11 mesi) inizia dunque così, cioè maluccio, dopo la strana estate post-sbornia: Europei, Coppa America, Olimpiadi, poche amichevoli, pochi acquisti, una transizione sonnolenta, ben diversa da quella dello scorso anno, quando l’Inter rinnovò metà della rosa e si presentò all’avvio del campionato con una discreta cazzimma. Era, quella di un anno fa, un’Inter che aveva una gran voglia di giocare. Quella di oggi ne aveva un po’ meno.
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Moriremo tutti? Sì, ma senza fretta. Mettici che siamo a Ferragosto, mettici che abbiamo davanti un milione di partite, ok, mettici quello che vuoi, ma oggi l’Inter ha fatto l’Inter solo a sprazzi, e quando lo ha fatto ha creato occasioni e fatto cose bellissime. Però sono stati, appunto, sprazzi. Brevi. Tanto gioco in orizzontale, una difesa orripilante: boh, diciamo che non ci eravamo più abituati a certi spettacoli. Ci sono delle note positive: Thuram straripante, Barella tonico, Frattesi rabbioso. Però restano negli occhi i due gol presi, su cui i tempi di reazione sulle palle vaganti sono stati pachidermici. Sul primo gol, da Sommer a Bisseck & C. c’è stata una dormita clamorosa. Il rigore è stato il catalogo di cosa non si fa: il fallo di mano di Bisseck, e poi Messias che in solitaria riprende la respinta di Sommer, con il difensore più vicino a tre metri. La lentezza degli svogliati.
Anche il Milan ha fatto 2-2, con un mezzo miracolo nel finale: per dire, non è che i problemi di concentrazione e di rimettersi in bolla li abbiamo solo noi. Il 17 agosto è una data terribilmente prematura per esprimere qualsiasi concetto, meglio tacere. Però, ecco, ai nostri beniamini consiglierei di scendere dal pullman scoperto: ragazzi, resettiamo e ripartiamo, consci che il tappeto rosso non ce lo stenderà nessuno.
(per l’angolo Podcast, giunto all’episodio #74, vi ricordo che io e il mio socio aspirante pensionato (manca solo l’ufficialità), il mitico Max, attendiamo sempre i vostri vocali al numero dedicato Whatsapp 351 351 2355. Facciamoci ‘sta puntata su Genoa-Inter e poi andiamo in vacanza. Andiamo in vacanza in quanto podcast. Cioè, io resto qui ma lui, Max, va in vacanza. In bici. A Istanbul. Quando parte? Il 20. Quando torna? Boh. Non trovate che questa vaghezza sia irresistibile?
(il podcast, oltre che su Spreaker – il cui player trovate qui sul blog – lo potete ascoltare anche su Spotify, Audible, Apple Podcast, Google Podcast e tutte le principali piattaforme. Non lo trovate? Prendete appunti – non è difficile – : scrivete “Settore” o “interismo moderno” nell’apposito campo e per incanto vi apparirà. E’ la tecnologia, bellezza, e non possiamo farci niente)