
Allora, sostanzialmente paghiamo due equivoci.
Equivoco numero 1. In albergo, Simone Inzaghi per portarsi avanti e distrarsi un po’ prepara anche la distinta per la partita di Empoli. Ok, il turco non sta bene, oggi faccio un turn over ridotto, è la prima di Champions, meglio andare sul sicuro. Domenica a Empoli, invece, ne cambio almeno quattro. Fa due conti, scrive le due formazioni. Poi va allo stadio, dà la distinta a Farris che la porta all’arbitro. Mentre gliela dà, Farris legge “Empoli-Inter”. O cazzo. “Ops! Could you…”. L’arbitro Oliver dice: “What’s Empoli?”. Farris dice: “Minchia, i’m sorry, have you a biro?”. Cancella Empoli, ma la formazione è ormai quella. Quando torna negli spogliatoi, trova Inzaghi che sta mangiando la distinta giusta.
Equivoco numero 2. Sommer, a partita appena iniziata, viene pressato e deve rinviare in fretta con i piedi. Alza gli occhi e vede delle maglie bianche un po’ a righe e delle maglie arancioni. “Ma che cazz…”. Va anche capito, è appena arrivato. Vestire la squadra come gli ultras di Verstappen non è stata una grandissima idea. Poi Bastoni ci ha messo del suo, “ok, li dribblo tutti e…”. Anche questo, in fondo, un equivoco.
Tutto ciò nei primi quattro minuti: ha ragione Pioli, all’inizio facciamo cagare. Poi, però, per smentire Pioli, facciamo cagare anche per un’altra oretta. I baschi fanno un partitone (due traverse, un miracolo di Sommer, l’uomo che ha scambiato i guanti con Gianni Morandi), grande corsa e grande garra, oltre che una grande propensione ad accentuare e simulare che me li rendono insopportabile quanto, per dire, una Roma o una Juve.
Poi vabbe’, anche Jakob Ingebrigtsen se va troppo forte nei primi giri alla fine non riesce a sprintare. E la geniale mossa di Inzaghi – tolgo i peggiori, metto i più forti che ho – consente all’Inter di tornare a vedere la luce mentre i baschi vanno progressivamente in debito d’ossigeno. Fino a che Lautaro (pensavo l’avesse lui l’anemia, non Sanchez) dopo una partita anonima si dimostra il campione che è trasformando in gol l’unico pallone che arriva dalle sue parti. Se ne sarebbe meritato uno anche Thuram, che tra i moribondi della Sociedad sembrava Haaland in un’ipotetica amichevole Pavia-City. Ma va bene così, visto che sarebbe potuto andare ben peggio.
Squadra stanca? Boh, dopo aver dato il peggio, il meglio l’ha dato alla fine. Buon risultato? Boh, avrei detto di sì, ma non so come giudicare la situazione alla luce del fatto che il Salisburgo ha vinto a Lisbona. Quindi il mio commento finale è boh. *
*) se il vostro commento non è boh, cioè se avete qualcosa da dire di più significativo, fatelo con un vocale al 351 351 2355, che così ci faccio un podcast.