
Oh, bene bene a Plzeň, eh? Ok, parliamo d’altro. Di cose anche più allegre. Un argomento a caso, molto attuale: la Juve e il Var. Bisogna serenamente ammettere che il rapporto tra la Juve e il Var è una delle situazioni più divertenti e interessanti non solo del calcio, ma forse dell’intera storia del costume italiano, nonché dell’antropologia criminale moderna. Se Bonucci (Bonucci!) usa l’aggettivo “depredato” (depredato!) riferito alla Juve (la Juve! depredata! Muahahahah) vuol proprio dire che su questo argomento potremo ancora spassarcela per anni, spaparanzati in poltrona con un’enorme porzione di pop corn (tipo la Nutella di Moretti) a goderci lo spettacolo dei gobbi (intesi come società sabauda e moltitudine di tifosi) che, a cadenza semestrale, perdono la testa di fronte a questa diavoleria che in effetti gli ha cambiato la vita.
Se da un lato il clamoroso finale di Juve-Salernitana dà un colpo quasi mortale alla credibilità del Var (ma come? le telecamere non coprono tutto il campo? e il numero di telecamere è direttamente proporzionale all’importanza della partita? cioè non siamo tutti uguali davanti al Var?), e quindi dovrebbe preoccupare un po’ tutti, dall’altro ci regala lo spettacolo della Juve spappolata tra il danno e la beffa: un gol annullato ingiustamente che genera tre espulsioni. Meraviglioso. Ci vorrebbero altre settecento Juve-Salernitana a pareggiare i conti con la Storia, quindi sticazzi. Ma il dibattito offre altre perle.
Repubblica dedica un pezzo sul cartaceo alla Juve vittima del Var. Vittima nel caso specifico – e vabbe’, siamo d’accordo – ma anche vittima in assoluto. Bum! Perchè da quando è stato introdotto il Var è la squadra trattata, diciamo così, peggio delle altre. Ha avuto 44 chiamate sfavorevoli e solo 23 a favore, mentre tutte le altre hanno un rapporto molto più equilibrato. Per ragioni di spazio, l’atto di accusa juventino nei confronti del magico macchinario dura solo qualche decina di righe nelle pagine dello sport. Nell’edizione on line, invece, il pezzo è corredato da una scheda che riporta la classifica completa degli interventi Var (eccola)
Squadra / a favore / contro
Juventus / 23 / 44
Inter / 33 / 26
Milan / 35 / 32
Napoli / 41 / 22
Roma / 28 / 29
Lazio / 37 / 28
Atalanta / 33 / 27
Bologna / 19 / 28
Fiorentina / 37 / 21
Sassuolo / 31 / 40
Sampdoria / 32 / 32
Torino / 25 / 31
Udinese / 25 / 35
e poi una candida considerazione che nel cartaceo non aveva trovato spazio. E cioè: la Juve è davvero vessata dal Var, come dimostrano queste cifre, oppure non sarà che gli arbitri fischiano di default a favore della Juve, poi si va a vedere il Var e si corregge (due volte sì e una no)?
La questione è sfiziosa assai. Non dobbiamo fissarci troppo su Juve-Salernitana, in cui è accaduta una cosa che forse non accadrà mai più, e cioè che un gol regolare è stato annullato dal Var per un incredibile difetto di funzionamento. Nel 99,9% dei casi accade il contrario, cioè che il Var ristabilisce la regolarità dei fatti – o almeno ci prova seriamente. E se su 67 interventi del Var per 44 volte si scopre che la Juve ha torto, viene proprio da pensare che gli arbitri italiani fischino con naturalezza a favore dei gobbi, come da abitudine ataviche, ma con meno pesi sulla coscienza: perchè poi, appunto, c’è il Var, nel caso, a correggere.
Questo spiega anche il tasso medio di indignazione degli juventini nei confronti del Var. Abituati da secoli alla fase 1 (fischio a favore a prescindere), ancora non si capacitano che esista una possibile fase 2 (arbitri davanti a un televisore che valutano il fischio a favore a prescindere). Li capisco.
L’atto di accusa juventino non tralascia alcun filone, compreso quello dei giovani arbitri in cerca di visibilità. Come Marcenaro, l’arbitro di Juve-Salernitana, 30 anni, solo 10 mesi di serie A. Dicono gli juventini: non è la prima volta che un giovane arbitro sceglie la Juve per fare il fenomeno. A parte che, vien da rispondere, fare il fenomeno contro la Juve è sempre un’attività parecchio rischiosa, ma non è questo aspetto solo un’altra faccia della stessa medaglia? Non è che anni e anni di “la Juve paga gli arbitri”, “gli arbitri sono al servizio della Juve” eccetera eccetera, affermazioni diventate luoghi comuni salvo poi essere corroborate in aule giudiziarie, genera nei giovani arbitri un naturale moto di ribellione? Che non è un “adesso sistemo io la Juve”, che sarebbe sbagliato, ma semplicemente “adesso tratto la Juve come tutte le altre”, che è in effetti un po’ rivoluzionario.
Lo juventino non cambierà mai. Potrebbe cambiare invece il Var, in meglio. Questi 5 anni di vita sembrano minimo 10 (per gli juventini 12) a furia di aggiustamenti che non riescono mai a dare l’impressione di un sistema oggettivo ed efficiente al 100%. Peccato, staremmo tutti un pochino più tranquilli. Certo, avremmo dovuto rinunciare al fantastico finale di Juve-Salernitana, l’armageddon dell’Alluminium Stadium. Però non saremmo venuti a sapere che per tipo un’Inter-Juve ci sono 250 telecamere 8k in funzione e per tipo un Lecce-Empoli si valuta il fuorigioco con una super 8. Il calcio non ha mai avuto meccanismi di equità: gli juventini – e qui chiudiamo il cerchio – lo sanno benissimo.