
Pareggi (9): Inter-Atalanta 2-2, Inter-Juve 1-1, Milan-Inter 1-1, Napoli-Inter 1-1, Juve-Milan 1-1, Atalanta-Inter 0-0, Atalanta-Juve 1-1, Milan-Juve 0-0, Juve-Napoli 1-1
No pareggi (8): Napoli-Juve 2-1, Milan-Napoli 0-1, Juve-Atalanta 0-1, Napoli-Atalanta 2-3, Atalanta-Milan 2-3, Inter-Napoli 3-2, Inter-Milan 1-2, Napoli-Milan 0-1
Da disputare (3): Juve-Inter, Atalanta-Napoli, Milan-Atalanta
Milan 12 7 3/3/1
Atalanta 9 6 2/3/1
Inter 8 7 1/5/1
Napoli 8 7 2/2/3
Juve 5 7 0/5/2
Lo scudetto si vince negli scontri diretti o, al contrario, nelle altre partite (specie quelle con le piccole)? Quando – e succede ogni stagione – arrivo a prendere una posizione su questa annosa questione, succedono due cose: o mi smentiscono i fatti, o mi smentiscono gli interlocutori. Al che mi presento alla successiva stagione con il mio orientamento ricalibrato, tutto fiero di aver saputo cambiare idea – cioè, di non essere stolto -, e quando si viene al dunque mi accorgo che sostanzialmente accadono due cose: o mi rismentiscono i fatti, o mi rismentiscono gli interlocutori.
Vabbe’, ma chi se ne frega? Questa discussione rimarrà irrisolta all’infinito (è il suo bello) e l’unica cosa che posso fare è prendere due appunti – li ho messi in bella lì sopra – e interpretarli secondo l’unico altro dato oggettivo, la classifica della serie A a dieci/undici giornate dalla fine: Milan 60 (28), Inter 58 (27), Napoli 57 (28), Juve 53 (28), Atalanta 47 (27). E quindi: lo scudetto si vince negli scontri diretti o nelle altre partite?
La classifica avulsa degli scontri diretti tra le prime 5 (considero quinta l’Atalanta perchè ha una partita in meno rispetto alla Roma e perché sin da agosto fa parte del quintetto di squadre favorite per i quattro posti di Champions) suggerisce tutto e il contrario di tutto. Vincendo gli ultimi due scontri diretti il Milan ha sparigliato le carte e ha preso il volo: il Milan – con una partita in più – è anche in testa al campionato, e quindi verrebbe da concludere che sì, gli scontri diretti è molto produttivo vincerli. Ma colpisce che l’Atalanta, che ne deve giocare ancora due, è molto ben piazzata e se vincesse a Milano vincerebbe lo scudettino degli scontri diretti. Eppure nella classifica vera è quinta e pure lontanuccia (11 punti meno di noi a parità di partite). Quindi, considerando il caso Atalanta, verrebbe da concludere che no, gli scontri diretti non contano un cazzo se nelle altre partite lasci per strada carrettate di punti.
A rileggere i risultati dei 17 scontri diretti disputati fin qui, le considerazioni sono però anche altre. Più di metà, nove, sono finiti in parità. E degli otto finiti non-in-parità è curioso osservare come per sei volte abbia vinto la squadra in trasferta. Insomma, tra queste cinque squadre regna l’equilibrio. E se l’Inter avesse portato a casa un derby già vinto, la classifica avulsa sarebbe anche più corta. Certo, avessimo portato a casa il derby ora staremmo scrivendo al questore di Milano per concordare il percorso del pullman scoperto. E invece guarda tu che casino. Del resto, abbiamo vinto un solo scontro diretto su sette. Ne abbiamo perso solo uno, occhei, ma pareggiandone cinque non abbiamo mai dato la spallata decisiva.
Dunque, se è vero che tra le cinque regna l’equilibrio, vuol forse dire che più degli scontri diretti pesano le altre partite. In cui l’Inter ha fatto un pochino meglio del Milan. E in cui la Juve, che negli scontri diretti ha fatto cagare, ha invece reso più di tutti. In fondo il livello del campionato italiano lo possiamo anche desumere da questo: che tra le squadre di vertice c’è un sostanziale livellamento (un pochino verso il basso) e che la orripilante Juve di Allegri è ancora lì che se la gioca. Alla quarta giornata la classifica diceva Napoli 12, Inter e Milan 10, Juventus 2. Togli le prime quattro giornate (la Juve incontrò Udinese, Napoli, Empoli e Milan) e la Juve, tra bassi e alti, ha avuto lo stesso rendimento delle altre.
Alla fine di tutto questo ragionamento, mi sovvengono due considerazioni: a) non potrei giurare se gli scontri diretti in sè contino più delle altre partite; b) sono due scontri diretti – il derby buttato via, il pari con la Juve con un rigore all’87’ che non doveva essere fischiato – a condizionare il campionato dell’Inter. Due finali di partita in cui hanno cambiato destinazione così tanti punti che, porca miseria, speriamo di non dovercene pentire in eterno.